Divagazioni su incontri e solitudine.
Azalen Tomaselli e Simon Pietro De Domenico con i detenuti e un liberante.
Oggi il sole dardeggia da un mosaico di piccole nuvole, qualche rimasuglio di neve sbianca i bordi non calpestati dei marciapiedi. Al sesto c’è un nuovo bibliotecario che si affretta a avvisare del nostro arrivo, mentre Animabella sgombra la stanzetta e porta una pila di sedie disponendole in cerchio. Simone ha da poco iniziato la lettura del resoconto, in parte sovrastata dal vocio del corridoio, quando sopraggiungono dall’aria un partecipante e Lozio al quale Azalen chiede, (possiede una chiara voce tenorile), di proseguire a leggere. Simone chiede qualche opinione sull’incontro e Lozio si dichiara in accordo con le tesi di Marco Cesati sulle coincidenze significative, mentre un altro partecipante soggiunge di essere stato colpito dal duetto tra padre e figlio e di essersi riconosciuto, "sono stato male sul momento, in cella ho pianto, ma poi mi ha fatto bene", osserva. Azalen annuncia che il tema sarà la solitudine e invita Lozio a leggere un racconto tratto da una raccolta a cura di Marco Romanelli, intitolata I colori dell’amore, Edisco Editrice.Azalen Tomaselli e Simon Pietro De Domenico con i detenuti e un liberante.
Legge Penelope di Nicoletta Bracco Falciolo, un’autrice teatrale che ha curato per la RAI programmi di cabaret. Il racconto narra con delicatezza e attenzione alle sfumature l’inizio di una storia d’amore: lui è appena uscito da un’esperienza sentimentale finita male e si aggira solitario in un quartiere malfamato popolato da prostitute nigeriane, lei vive una vita difficile, priva di stabilità e di affetti sicuri. L’incontro delle due solitudini darà come risultato un’unione felice. Unico neo è che l’amore nasce tra il protagonista e una sinuosa.. gattina. Dopo una breve pausa per l’imprevedibile finale che l’abilità dell’autrice riesce a mascherare fino alle ultime righe, Lozio osserva "Come sarebbe bello avere una donna a casa che ti aspetta". Poi Iena caustico come sempre domanda: "Ma se Penelope restava sempre in casa chi l'ha messa incinta?" Giocadinuovo, rimasto sovrappensiero chiede a Azalen: "Perché hai scelto di leggere proprio a noi questo racconto di uno che va con una prostituta.." Le sue parole sono coperte da una risata fragorosa, mentre Simone chiarisce l’equivoco. Lui spiega che i pensieri erano andati da un’altra parte facendogli perdere l’ultimo colpo di scena. Iena con il suo humor nero commenta "è l’amore di uno zoofilo", mentre Azalen accenna al fatto che anche gli animali possono saturare il bisogno di affetto e colmare il vuoto della solitudine. Lozio esprime un certo fastidio per coloro che mostrano uno sperticato affetto per gli animali, ci sono cose e persone più importanti di cui occuparsi.
A questo punto Azalen propone la lettura di un altro racconto di O. Henry, pseudonimo di William Sidney Porter, Per corriere, tratto da Memorie di un cane giallo, Adelphi Editore. E’ la storia di un incontro nel parco di due innamorati che si sono detti addio. Spesso nella vita il confine tra la felicità e la disperazione è segnato da una linea sottilissima, da una sfumatura, da un malinteso, suggerisce la storia, che una volta risolto rivela tutta la sua inconsistenza. Affidarsi all’impulsività, all’istinto può trarre in inganno e trasformare in sofferenza una possibile fonte di felicità. Nel racconto la parlantina di un ragazzo del popolo che fa da corriere tra i due che non si parlano, fa capire come semplicità e buon senso possano risolvere situazioni molto intricate.
Poi Iena racconta una storiella prendendo spunto dall’equivoco in cui era caduta la protagonista, scambiando per effusione d’amore il soccorso prestato dal fidanzato a una ragazza inferma. Un contadino va nella stalla a mungere la mucca, si siede dietro l’animale che però infastidito dalle mosche agita la coda, allora l’uomo cerca di afferrarle la coda per legarla alla trave con una corda, ma la corda è corta e non riesce, dopo la seconda, la terza sferzata, alla quarta l’uomo esasperato si sfila la cintura per unirla alla corda della trave e legare la coda della mucca, ma mentre fa queste operazioni i calzoni gli cadono, in quel preciso momento la moglie entra nella stalla!! "Le cose non sono sempre come appaiono", qualcuno commenta, "soprattutto in ambito giudiziario". Azalen osserva che la verità per essere creduta deve essere plausibile, spesso però la realtà non segue la regola della plausibilità, per vivere bisogna usare i propri convincimenti, le proprie aspettative, non si può verificare sempre tutto, nella società moderna bisogna fidarsi. Lozio condivide l’importanza della fiducia nelle relazioni interpersonali, poi racconta di essersi riappacificato con la moglie dopo una separazione durata sette anni, adesso quando esco, ritorno a casa. Accenna ai conflitti e alle liti con la moglie per le divergenze sull’educazione da impartire ai figli e sostiene che a suo parere bisogna dare fiducia, anche nella bugia. La bugia è una tappa vitale, bisogna fare finta di credere anche quando mentono, poi diventano uomini. Parla del tentativo di riconciliarsi fallito, adesso è arrivato il momento di ricostruire. Parlando di sé dichiara "io costruisco relazioni, siamo tutti egoisti, ma non si può vivere da soli".
Poi Iena racconta una storiella prendendo spunto dall’equivoco in cui era caduta la protagonista, scambiando per effusione d’amore il soccorso prestato dal fidanzato a una ragazza inferma. Un contadino va nella stalla a mungere la mucca, si siede dietro l’animale che però infastidito dalle mosche agita la coda, allora l’uomo cerca di afferrarle la coda per legarla alla trave con una corda, ma la corda è corta e non riesce, dopo la seconda, la terza sferzata, alla quarta l’uomo esasperato si sfila la cintura per unirla alla corda della trave e legare la coda della mucca, ma mentre fa queste operazioni i calzoni gli cadono, in quel preciso momento la moglie entra nella stalla!! "Le cose non sono sempre come appaiono", qualcuno commenta, "soprattutto in ambito giudiziario". Azalen osserva che la verità per essere creduta deve essere plausibile, spesso però la realtà non segue la regola della plausibilità, per vivere bisogna usare i propri convincimenti, le proprie aspettative, non si può verificare sempre tutto, nella società moderna bisogna fidarsi. Lozio condivide l’importanza della fiducia nelle relazioni interpersonali, poi racconta di essersi riappacificato con la moglie dopo una separazione durata sette anni, adesso quando esco, ritorno a casa. Accenna ai conflitti e alle liti con la moglie per le divergenze sull’educazione da impartire ai figli e sostiene che a suo parere bisogna dare fiducia, anche nella bugia. La bugia è una tappa vitale, bisogna fare finta di credere anche quando mentono, poi diventano uomini. Parla del tentativo di riconciliarsi fallito, adesso è arrivato il momento di ricostruire. Parlando di sé dichiara "io costruisco relazioni, siamo tutti egoisti, ma non si può vivere da soli".
Giocadinuovo parla dell’importanza di certi incontri e di certe persone che lo hanno aiutato a tirare su il morale, ma rimarca la transitorietà e la precarietà di questi rapporti: "Dobbiamo imparare a non attaccarci troppo; se prima avevi le palle rettangolari poi ti diventano quadrate, qua instauri rapporti con persone che fino a sei mesi fa non vedevi, arrivi all’aria e non vederli ti fa stare male. Non puoi stare da solo, come certa gente che se ne sta per conto suo, il bello è aiutarci tra noi con la consapevolezza che prima o poi finisce".
Lozio parla di un ragazzo ventiduenne al quale è stata rifiutata la seminfermità mentale (che prevede una riduzione della pena) perché ritenuto solamente anaffettivo e quindi “non trattabile” o non recuperabile con interventi psicologici, si intuisce. La seminfermità è un sintomo, infatti, e non una sindrome, che si associa a un disturbo di personalità ossessivo o schizoide, chi ne soffre è incapace di esprimere affetti e emozioni e si protegge con una pesante barriera corporea dagli altri. Si parla in generale di quanto sia appropriato o meno emettere giudizi.
Lozio parla di un ragazzo ventiduenne al quale è stata rifiutata la seminfermità mentale (che prevede una riduzione della pena) perché ritenuto solamente anaffettivo e quindi “non trattabile” o non recuperabile con interventi psicologici, si intuisce. La seminfermità è un sintomo, infatti, e non una sindrome, che si associa a un disturbo di personalità ossessivo o schizoide, chi ne soffre è incapace di esprimere affetti e emozioni e si protegge con una pesante barriera corporea dagli altri. Si parla in generale di quanto sia appropriato o meno emettere giudizi.
Bomber annuncia che è liberante e accenna al fatto di avere due papà, mostra gratitudine per quello che lo ha cresciuto e un sincero dispiacere per averlo deluso. Da lui ho imparato tutto, vorrei dirgli grazie. Speedy Gonzales osserva scherzando: "Ti ha insegnato anche a fare una rapina". Bomber senza scomporsi dichiara "Ho commesso il reato in un momento difficile". Poi c’è uno scambio di battute scherzose tra i partecipanti sulla Stramilano a cui lo stesso Bomber avrebbe partecipato, non si sa in quale circostanza. Lozio invita Bomber a non dire per precauzioni scaramantiche di essere liberante, se non vuole che gli capiti ciò che è successo a lui (durante un precedente incontro Lozio aveva annunciato di essere liberante, per poi scoprire che deve ancora attendere qualche settimana).
Giocadinuovo approva e dice: "Qua non ti puoi legare, non c’entra l’anaffettività!" Poi chiede a Lozio se quando era fuori si era mai occupato dei detenuti e se quando uscirà continuerà a interessarsi a loro, a preoccuparsi per quello che avviene dentro queste mura. Lozio risponde che vorrà soprattutto occuparsi dei suoi, "Il dolore che ho causato ai miei figli non me lo perdono.." Giocadinuovo risponde: "Queste parole mi uccidono, io sono il motivo della sofferenza della persona a cui tengo, perciò cerco di non farmi più trascinare". Iena osserva a Lozio: "Il motivo per cui sei finito qua dentro sarà il tuo stesso modo di pensare".
La lettura di Racconto di Natale di Dino Buzzati, è interrotta dall’invito a porre termine all’incontro da parte dell’agente che mostra l’orologio con aria non proprio affabile e cordiale. Simone invita però Lozio a concludere, poi vengono i saluti senza l’ormai consueta performance di Speedy Gonzales, rimasto silenzioso per quasi tutto il tempo.
* I nomi dei detenuti sono di fantasia
* I nomi dei detenuti sono di fantasia
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