Incontro del 21 gennaio 2013 Milano Casa circondariale San Vittore.
Milano è in una bolla grigia, l’aria è fredda. Al bar Azalen trova Iginia con Giacomo Scaglia, poi sopraggiungono Franco Loi, un signore gentile, e Giorgio Cesati Cassin. Assieme varcano il portone di San Vittore. Un agente accompagna al sesto la troupe del Libroforum, dove tutto è predisposto. Simone arriva con leggero ritardo, ha dimenticato la chitarra. La chitarra “scordata” è portata dal deposito e consegnata a Animabella che ne trae come sempre alcune note melanconiche. Dopo la lettura rituale del resoconto (questa volta fatta da Azalen) la parola passa a Franco Loi che esorta i partecipanti a conoscere se stessi (Γνῶθι σεαυτόν). Legge una breve lirica su Dio e aggiunge a commento “Quando si parla di Dio, c’è sempre questo errore, si dice: Lui non si fa conoscere, ma noi cosa sappiamo di noi stessi?” Poi chiarisce: “Pensare se stessi vuol dire stare attenti perché anche l’albero e la pietra emanano delle sensazioni, se andate sulla spiaggia vedete delle donne che raccolgono un sasso e l’accarezzano. Cosa accade dentro di loro?" Prosegue poi con una bordata nei riguardi dei medici che non si occupano dell’anima: “Mi fanno ridere certi medici che quando incontrano il paziente prescrivono la lastra e poi dicono non c’è niente, mentre Ippocrate chiedeva: «Cosa hai sognato questa notte? Hai incontrato uno che ti ha picchiato e era odioso»”. Alla quale Giorgio, rimasto in silenzio, replica: “Io sono uno spirito goliardico, un dissacratore, ma devo dire che oggi Ippocrate perderebbe tutti i pazienti". Poi precisa: “Io, quando avevo un paziente prima lo operavo e dopo mi occupavo dell’anima”.
Franco Loi festeggia il suo ottantatreesimo compleanno con i detenuti di San Vittore.
Franco Loi, Iginia Busisi Scaglia, Giacomo Scaglia, Azalen Tomaselli, Giorgio Cesati Cassin e Simon Pietro De Domenico con i detenuti.