Durante l'incontro del 17 dicembre 2012 sulla felicità, Iena "risponde" alla storia del dottor Rossi raccontata da Giorgio Cesati Cassin con un'altra storia che parla di nascita, dolore e felicità.
Al dolore segue la gioia
di Iena
L'uomo entra come un tornado nell'ospedale travolgendo letteralmente chi osa sbarrargli il passo. Urla: "dov'è mia moglie?" e l'urlo ha una nota stridula di paura. Un'infermiera si sbraccia e indica frenetica la direzione: "Di qua! Presto! E' già dentro!" l'uomo raggiunge con potenti falcate la sala dove si consuma il dramma e qui lo attende uno spettacolo granguignolesco: sangue, sangue e fluidi corporei dappertutto, sul pavimento, sul lettino, sui camici non più immacolati del personale che si affaccenda preoccupato attorno alla paziente, la quale ad occhi sbarrati urla sfogando il proprio dolore. L'uomo si precipita al suo fianco per infondere coraggio e subito la mano di lei artiglia la carne, le unghie penetrano, i segni resteranno per mesi. Già un'ora è passata e altri preziosi minuti, tanti, troppi schizzano via nell'apparente caos totale. Ad un tratto il medico, la faccia stravolta, grida: "Dov'è il chirurgo? Non c'è più tempo! Bisogna tagliare..." urla cariche di dolore, frammiste a un ansimare roco accompagnano l'entrata in scena dello specialista. Presto! Il dramma è al suo epilogo. Ed ecco, un ultimo lacerante urlo introduce l'atto finale e nel silenzio che segue si distingue chiaro e limpido un... vagito. Il sipario cala sulla scena, il pubblico applaude emozionato, il dolore si trasforma in gioia: è nato!
* Il nome dell'autore detenuto è di fantasia. Il testo qui riportato non è una trascrizione fedele ma è frutto di una personale e approssimata rielaborazione del testo originale letto dall'autore durante i nostri incontri.
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