venerdì 6 dicembre 2013

Figlia

PAROLE OLTRE - LA VOCE DEI DETENUTI

Figlia
di Gio

Notte, adesso fammi viaggiare. A mia figlia voglio pensare. Bella, solare, un amore da rinsaldare e in questo luogo ripensare. Voglio un bel viaggio fare, io e te e il mare, che tanto ci ha fatto giocare: sole, sdraio numerate che insieme abbiamo contate, giochi d'acqua sulla battigia, castelli di sabbia, fatti e svaniti, l'amore che ti ho dato, a me è ritornato, in un turbinio di emozioni che il tuo essere mi ha riportato. La tua gioia mi hai inviato, con un sorriso mi hai appagato. Mano nella mano abbiamo viaggiato e insieme volato. A Linate siamo atterrati per poi ripartire per lidi, che non abbiamo mai visitato, che storia insensata. 


L'altra notte ti ho sognata, eri piccola, mi sembravi una neonata, con il tuo sguardo mi hai appagato. E nella mia mente è ritornata la bambina appena nata, piccola e paffuta che tutti aspettavamo per poterla abbracciare. Notte insonne ad aspettare un tuo vagito arrivare, a pannolini, pappette preparare, per una che non voleva ingrassare. Poi sei cresciuta, e adesso sei volata verso gli anni che la vita ti darà, con i valori che insegnare ti potrà, ma che solo tu puoi assimilare. Amore, amore che puoi dare a chi ti vorrà per sempre amare.

* Il nome dell'autore detenuto è di fantasia. Il testo qui riportato non è una trascrizione fedele ma è frutto di una personale e approssimata rielaborazione del testo originale letto dall'autore durante i nostri incontri.

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