PAROLE OLTRE - LA VOCE DEI DETENUTI
Conforto per chi è depresso
Conforto per chi è depresso
di Gio
Le giornate scorrono sempre uguali
contando i giorni lunari che il tempo ha fissato.
In realtà a ciò
il mio cuore incomincia a tremare. Pensando al mio destino, qui, con
il cuore rotto e le mie parti interne dolenti.
Chiedo la pace
mentale, che al peggio non mi faccia pensare. Io voglio reagire, ma
l'ansia mi assale, ma mi può consolare il fatto che tutta la
creazione conntinui a gemere e ad essere in pena.
Io qui uno che mi
sappia ascoltare, vorrei trovare, ma poi invece i suoi guai devo
assorbire, e quindi devo reagire perché lui devo rafforzare, e anche
se una lacrima mi riga il viso per lui la devo richiamare e un
sorriso devo abbozzare.
Qui lo sconforto fa da padrone ma solo Dio mi
può aiutare, la sua parola mi può confortare. Dio è più grande
del nostro cuore e conosce ogni cosa, vede ogni cosa e le
circostanze attenuanti, sa che abbiamo ereditato il peccato e perciò
siamo molto limitati, afflitti e irritati con noi stessi.
Sì, io
voglio essere aiutato a vincere la tristezza.
Fare una cosa di natura
pratica, pensare a chi?
Ma alla mia Principessa, fantasticare dove
sarà, mandarle in bacio.
Lei la mia vita vuole allietare e con
scritti e cuoricini mi vuole rafforzare.
Papi, un regalo, ma niente
di venale.
Solo tu hai il più bel regalo che posso desiderare, Gio.
Vorrei donare il tuo sorriso alla Luna.
Così chi la vede sappia che
tu sei la mia figlia speciale.
Gio.
* Il nome dell'autore detenuto è di fantasia. Il testo qui riportato non è una trascrizione fedele ma è frutto di una personale e approssimata rielaborazione del testo originale letto dall'autore durante i nostri incontri.
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