Incontro del 8 settembre 2014 Milano Casa circondariale San Vittore.
Il diritto di scegliere la propria identità sessuale.
Azalen Tomaselli, Leandro Gennari e Simon Pietro De Domenico con le persone detenute.
L’intervento dell’ispettore autorizza l’accesso nella biblioteca dove alla spicciolata arrivano, dall’aria, solo i più fedeli partecipanti.
E’ Giovanni a tenere banco raccontando gli ultimi eventi, tra questi una lite furiosa tra Renata e un agente, conditi da commenti poco lusinghieri.
“I trans assommano l’isteria delle donne e la violenza degli uomini” afferma apoditticamente.
Giudizio, contestato da Azalen, che però stimola lo stesso Giovanni a riferire degli introiti favolosi di un transgender, per l’attrattiva che esercita sui clienti e sugli uomini in genere.
Il discorso va un po’ ramengo saltando da un argomento all’altro. Dalle celle di lusso, dove si sta molto bene e il vitto è di prima qualità alle osservazioni sulle città invisibili che non incontrano l’apprezzamento di Jerry, più versato per un tipo di scrittura non di fantasia.
Nasce, grazie anche alla presenza di Simone, un curioso duetto tra Giovanni che istituisce il confronto tra visione oggettiva e soggettiva e Jerry che continua a sostenere di non avere afferrato il senso di questa città invisibile. Simone invita a usare la fantasia per praticare questo inedito dispositivo di scrittura. L’arrivo di Renata riporta al tema della omosessualità.
Il racconto della sua vicenda è pieno di pathos, perché ripercorre alcune tappe della sua giovane esistenza, a partire dal suo desiderio infantile di essere donna e dal conflitto tra una carriera professionale e l’aspirazione profonda di cambiare sesso. Fino a approdare alla sua decisione di svincolarsi dalla famiglia e di emanciparsi.
“Da piccola mi prendevano in giro per la mia voce sottile, a 18 anni sono andata a vivere da sola, frequentavo l’università, mi sono laureata e ho trovato lavoro. A 22 anni sono andata a vivere con un amico. Poi è scoppiato il segreto in famiglia, mia mamma aveva deciso che dovevo tornare a casa e lasciare il lavoro. Allora ero un gay”.
Dal racconto traspare la sua rabbia per cose che non può rivelare, e che l’hanno derubata di un’esistenza regolare.
“Tutta la mi vita è cambiata, sono in carcere per la prostituzione, potevo vivere tranquillamente, senza cadere nella prostituzione. Volevo una vita normale”.
Il racconto di Renata induce Simone a fare chiarezza e a parlare di transessualismo e di transgenderismo. Ognuno ha qualcosa da raccontare sull’argomento. Si innesca una contesa riguardo al progetto di legge di estendere l’adozione alle coppie omosessuali.
I pareri sono discordanti e Leandro sostiene che l’omosessualità è contro natura, perché non si trova negli animali; l’uomo è la forma più evoluta dell’animale e deve conformarsi ai dettami della natura. Il rifiuto di questa possibilità origina dalla convinzione che la famiglia debba essere costituita da una padre e da una madre e che due genitori dello stesso sesso possano ostacolare lo sviluppo psichico del bambino esponendolo anche alla emarginazione dal gruppo dei pari.
Simone Spiega che l’errore è stabilire che cosa sia normalità. Jerry cerca di trovare una causalità alla scelta omosessuale nella famiglia, nei traumi, nelle carenze affettive.
La domanda che circola nel gruppo di partecipanti è che cosa renda i trans preferibili alle donne.
Renata spiega: Una volta ho chiesto a un cliente: “Perché voi venite da noi?” e mi è stato risposto: “Sai a noi italiani piace una figura di donna con qualcosa di diverso”
Poi confida che molti uomini hanno desiderio di parlare con qualcuno e per questo sono disposti a pagare "una balconata di soldi".
Dai racconti traspira il vuoto e la solitudine che molti vivono. L’argomento dell’adozione che ha fatto da filo rosso a questo potpourri di discorsi porta a parlare dei bambini abbandonati.
Leandro invoca un controllo delle nascite per fronteggiare il fenomeno dell’infanzia trascurata. Simone parla della difficoltà di abbattere miti e convenzioni culturali in paesi come l’Africa dove le braccia sono un risorsa per il sostentamento delle famiglie. In certi villaggi alcune associazioni umanitarie – racconta - avevano distribuito i preservativi che invece di essere usati erano stati seppelliti. Anche nell’Italia rurale le cose andavano così.
La discussione si Sposta su Mao e sulla campagna demografica realizzata in Cina, con i risvolti cinici della soppressione dei neonati, soprattutto femmine.
Simone pone fine all'incontro asserendo che una discussione su un argomento complesso come il transgenderismo non può essere affrontata adeguatamente in poche ore e che si tornerà nuovamente a discuterne nel rispetto delle opinioni altrui e senza censure nei prossimi incontri. Ringrazia Renata per il suo toccante racconto.
L’ora è abbondantemente trascorsa e i saluti segnano come sempre la conclusione dell’incontro che è stato ricco di spunti e partecipato.
* I nomi dei detenuti sono di fantasia
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