Incontro del 22 settembre 2014 Milano Casa circondariale San Vittore.
Un excursus sull'arte del saper parlare.
Eugenio Giudici, Azalen Tomaselli e Leandro Gennari con le persone detenute.
Il sole splende
su Milano con un’ondata di caldo estivo. L’ospite di oggi è
Eugenio Giudici (più volte ospite del Libroforum. Vedi incontro 03/14, 03/14, 03/14, 04/14) il quale esordisce parlando della sua scelta di
diventare scrittore: "Prima di diventare vecchio, voglio scrivere",
racconta dopo avere speso la vita tra Pubblicità, Moda e mansioni
manageriali.
Selezionato nella rosa degli autori candidati al
premio Calvino ha pubblicato Piccole storie, una raccolta di
racconti e L’ultimo Galeone, un romanzo che riporta alla
guerra civile spagnola. Un giallo sul tesoro di Spagna, portato via
da Madrid e spedito in Russia su quattro navi. Dall’ammanco di
parte del tesoro, accertata dal plenipotenziario russo, prende il via
l’intreccio narrativo.
Poi Eugenio Giudici introduce la retorica,
cioè l’arte di parlar bene per persuadere chi ascolta, una pratica
che alcune categorie coltivano più delle altre (gli avvocati, in
primo luogo). Sono trucchi per colorare il discorso con un giusto
dosaggio di logica e di emozione.
Un partecipante osserva che è una
forma di manipolazione. Eugenio Giudici distingue una forma di
discorso che tende alla oggettività, alla esposizione neutra (come
la relazione o il verbale, o la trattazione scientifica) da una più
godibile e comprensibile.
Parla di analessi
e prolessi, parole difficile ma che in realtà indicano dei
procedimenti usati normalmente, come il ritornare indietro,
nel tempo o fare un salto in avanti. Poi cita il paradosso una frase
che urta contro il senso comune o, nell’ambito della logica
un’affermazione che dimostra una cosa e il suo contrario come ad
esempio: Io sto mentendo.
Altre parole
difficili come ipocoristico (la modificazione fonetica di un nome,
per lo più il suo raccorciamento ad esempio: prof), dialisi (l’interruzione della continuità del periodo con un inciso),
reticenza o aposiopesi (l’improvvisa interruzione di un messaggio)
vengono spiegate ma il cercare di trovare gli esempi sollecitata ai
partecipanti, non sempre mette a segno l’obiettivo.
Riesce più
facilmente con l’ossimoro (accostamento di parole che esprimono
concetti opposti) di cui Giovanni dà la definizione corretta e
l’esempio appropriato.
Ne scaturisce una serie di esempi: ghiaccio
bollente, via la muerte, buon diavolo che anima il clima tiepido
dell’incontro, forse dovuto alla difficoltà di capire quanto un
uso accorto delle parole possa essere prezioso per le relazioni e in
tutti i momenti della nostra vita.
Azalen propone di leggere un testo
scritto sulla scia delle città invisibili di Italo Calvino,
intitolato Idema. La reazione è forte perché alcuni partecipanti
non vi ravvisano alcun rispecchiamento della realtà carceraria, che
secondo Idema annullerebbe la personalità.
Un partecipante dice:
“Cerco di trovare l’aspetto positivo, di aiutare”. Renata
riconosce invece tratti che caratterizzano la vita dentro e parla di
una compagna che aveva un acuto mal di denti e non ha ricevuto un
analgesico se non dopo molte ore di sofferenza.
Massimiliano afferma: "Spesso manca il diritto alla salute". Un altro partecipante osserva
che è carente anche l’amore nel comunicare con gli altri.
Eugenio
interviene facendo notare che il testo è interessante perché ha
sollevato molti confronti e opinioni. Tratteggia un mondo falso,
senza entrare nel merito del giudizio, occorre riconoscere che ha
sollevato reazioni.
Renata insiste: “E' una città invisibile,
usando la metafora descrive tutti i palazzi uguali come le celle, io
vi ho visto la forma disumana del carcere".
Un partecipante parla
della sua esperienza positiva e il discorso scivola sulla giustizia e
sul fatto che essa tende a offrire una rappresentazione del fatto la
più equa e però sottoposta alla norma.
Quindi il processo trova la
sua sede nel dibattimento dove si scontrano la difesa e l’accusa e
diventa decisiva la capacità degli avvocati nel sostenere la tesi
difensiva, insomma è una gara retorica.
Il confronto con il diritto
anglosassone è, a questo punto, un passo breve. “Il diritto romano
non tende alla verità, noi abbiamo bisogno di tante leggi perché
abbiamo bisogno di tante verità” si dice.
Nel diritto anglosassone
ci si richiama ai precedenti giurisprudenziali. In altre parole è un
modello di diritto giuridico, del tutto differente dal nostro, perché
non codificato.
Giovanni accenna alla eccessiva tendenza a mettere i
minori in comunità, alludendo alle rette giornaliere che queste
comunità riscuotono oscillanti tra i 70 e i 400 euro giornalieri.
Alcuni magistrati sono presidenti o soci in queste comunità
minorili.
Le ragioni della sottrazione alla potestà genitoriale
sono spesso gravi motivi di incapacità da parte di un genitore o
periodi di momentanea inadeguatezza, motivi economici accertati in
base alle segnalazione dei servizi sociali. La situazione che vivono
i padri separati entra nel discorso della sottrazione dei minori
all’altro coniuge.
Un partecipante parla della gioia di avere
potuto parlare a telefono con la propria figlia grazie
all’interessamento e alla comprensione del comandante.
L’incontro
è giunto al termine e si conclude tra saluti e strette di mano.
* I nomi dei detenuti sono di fantasia
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