Incontro del 4 dicembre 2014 Milano Casa circondariale San Vittore.
Oggi il tempo uggioso con la sua pioggerellina sottile ha lasciato Milano, e un bel sole invernale dardeggia tra le spesse nuvole. Azalen, Simone, Giorgio, Iginia e Eugenio Giudici varcano l’ampio portone di San Vittore e salgono al sesto secondo, dove il bibliotecario li indirizza verso l’acquario.
La giornata oggi è dedicata a due temi: il bullismo, che tiene banco da tre incontri, e i personaggi secondari nella seconda metà.
Il bullismo
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Alla fine della protocollare lettura del resoconto è sempre il bullismo a catalizzare il discorso estendendolo anche ai gruppi eversivi, o ai gruppi di stato, cioè alle squadre fasciste che avevano atteggiamenti bullistici.
Simone insiste sulla distinzione tra il bullo emarginato e escluso di una volta, e il bullo di oggi, ammirato dal gruppo dei pari, il bullo "figo". Adam racconta un episodio di scuola che lo aveva visto protagonista di un gesto da bullo per il quale si era scusato con l’insegnante, ottenendo una risposta sintomatica del vuoto educativo: “Hai fatto bene, l’avrei fatto al posto tuo!”. Poi ci legge la prima parte di un testo sulla sua esperienza da bullo che sta scrivendo. (Vedi QUI).
Nella società di oggi si preferisce stare dalla parte dei vincenti, è la riflessione condivisa.
Namyar propone di rilevare la differenza tra il bullo isolato e il ribelle giustiziere.
Eugenio Giudici osserva che per parlare di bullismo, bisogna circoscrivere il fenomeno; il bullismo è un comportamento reiterato con cui si tende a umiliare e a denigrare la vittima fisicamente e moralmente, per ottenere il consenso dei pari.
Si basa su tre principi:
- intenzionalità
- persistenza nel tempo
- asimmetria della relazione.