Incontro del 26 marzo 2015 Milano Casa circondariale San Vittore.
Lo spunto nasce dalla lettura del resoconto che come di consueto ripropone l’argomento dell’incontro precedente. Simone per illustrare certi meccanismi non regolati dalla ragione cita Le affinità intellettive di W. Goethe, raccontando in breve la trama e spiegando come il titolo del romanzo (pubblicato nel 1809) derivi dall’analogia tra la passione amorosa e le affinità di alcuni composti chimici che tendono a legarsi con alcune sostanze a scapito di altre.
Una matura coppia (Edoardo e Carlotta) vive dedicando la propria pacata esistenza alla cura di una tenuta, circondata da un grande parco. I due coniugi conducono un’esistenza tranquilla e priva di ombre fino al giorno in cui arrivano altri due personaggi che turbano l’equilibrio del loro sereno menage.
Una forza fatale e incoercibile spinge, infatti, Il marito a arrendersi alla passione per la giovane Ottilia (figlia adottiva di Carlotta), mentre, con un comportamento opposto, la moglie lotta contro l’attrazione che avverte per il Capitano (amico del marito e ospite della villa) e, facendo appello al suo autocontrollo, si rifiuta di ricambiarne l’amore.
Questo crea forte sofferenza in tutti e quattro i protagonisti della storia e un finale tragico. Dalla riprova dell’esistenza di forze che noi non conosciamo e che agiscono sul nostro corpo e sulle nostre azioni.
Queste forze possono essere controllate solo con la forza mentale.
Simone parla del potere della mente in parte sconosciuto e dotato di potenzialità connesse a dei meccanismi di autoguarigione, portando l’esempio di un signore che essendosi ammalato di un tumore e non avendo una lunga aspettativa di vita, invece di sottoporsi a cure mediche, era andato a vivere da solo in una casetta di montagna.
Qui aveva deciso di passare il tempo guardando gli slapstick comedy. Trascorre un periodo ridendo come un matto e quando torna per i controlli, in ospedale gli dicono che è guarito.