venerdì 22 maggio 2015

Erica Poli presenta il suo libro Anatomia della guarigione

Incontro del 19 marzo 2015 Milano Casa circondariale San Vittore. 

Erica Poli presenta il suo libro Anatomia della guarigione.
Erica Poli, Azalen TomaselliLeandro Gennari Iginia Busisi Scaglia con le persone detenute.

La guarigione del paralitico - Bartolomé Esteban Pérez Murillo (1674)


Oggi l’aria primaverile si avverte e invita a prendere il primo sole. Al Libroforum l’effetto si nota nella defezioni di alcuni partecipanti andati all’aria. 

Leandro Gennari e Azalen presentano l’ospite: Erica Poli, psichiatra, psicoterapeuta e autrice del libro Anatomia della guarigione Anima Edizioni. Il dibattito si accende quasi subito con posizioni antitetiche lasciando l’uditorio a assistere a dei veri e propri duelli verbali dopo che l’ospite ha raccontato le curiose coincidenze che hanno indirizzato la sua vita verso una professione scientifica. 

Un incidente al ginocchio durante uno spettacolo di danza le ha permesso di uscire da una condizione di dubbio riguardo alla direzione da imprimere alla propria vita: “Ci sono eventi che sono come domande, osserva, e ci vuole molto tempo per aspettare la risposta e alla fine ti arriva la lezione”. 

Il dilemma tra scegliere la danza o la medicina nel suo caso si è dissolto con la diagnosi del medico che le ha detto che non avrebbe più potuto fare danza in modo professionale. Da lì è arrivata la svolta e Erica si è appassionata allo studio del rapporto tra la mente e il soma, cercando di capire “perché ci sono persone che non si ammalano, che guariscono in maniera inspiegabile, io ero attratta da questi aspetti” confida. 

Punti di vista sul tradimento

Incontro del 12 febbraio 2015 Milano Casa circondariale San Vittore. 

Prosegue la discussione sul tradimento.
Azalen Tomaselli, Leandro Gennari, Iginia Busisi Simon P. De Domenico con le persone detenute.


Resoconto di Iginia Busisi Scaglia


Oggi, l’incontro del Libroforum ha approfondito con storie e pensieri personali il tema del tradimento, già discusso la settimana prima. 

Sono emersi vari punti di vista: il tradimento come necessità di salvare qualcuno, il tradimento che si trasforma in solidarietà, dopo che la persona tradita capisce perché è stato fatto. O, ancora, il tradimento che invece graffia e distrugge la vita, perché chi lo subisce sprofonda nella disperazione, si sente abbandonato, solo, e continua a autodistruggersi con alcol, droga, vita disordinata, piccoli e grandi reati che lo porteranno al carcere.

Molto toccante, in questo senso, la testimonianza di Jorge il quale ha condiviso con i partecipanti la sua disperazione e la sua storia. Dopo il tradimento e l’abbandono da parte della donna amata, la vita gli è sembrata inutile e è passato attraverso le esperienze più negative e degradanti.

Adesso, presa coscienza del suo sbandamento, vive il carcere pensando alle persone care che lo attendono.

Si è parlato della notte e di come qualcuno la viva come un momento di quiete e qualcun altro come angoscia e senso di oppressione.

venerdì 15 maggio 2015

Il tradimento necessario

Incontro del 5 marzo 2015 Milano Casa circondariale San Vittore. 

Giuda poteva scegliere di non tradire?
Azalen Tomaselli, Leandro Gennari, Iginia Busisi Simon Pietro De Domenico con le persone detenute.
Il bacio di Giuda - Caravaggio (1602)

Tradire (etimologia): v. tr. [lat. tradĕre «consegnare», attraverso il sign. di «consegnare ai nemici», «consegnare con tradimento»; cfr. soprattutto l’uso assoluto del verbo tradĕre nel passo del Vangelo di Luca (22, 48) che parla della consegna di Gesù da parte di Giuda (Iesus autem dixit ei: Juda, osculo Filium hominis tradis), e poi di traditor riferito a Giuda in Marco 14, 44 (dederat autem traditor eius signum eis dicens ...), ma v. anche traditore]

Tradire (significato): Treccani


Oggi al Libroforum Leandro Gennari, Iginia Busisi, Simone e Azalen hanno invitato i partecipanti a discutere di tradimento. 

Nelle nostre vite i tradimenti irrompono continuamente, fanno parte del tessuto stesso delle relazioni umane e segnano importanti punti di svolta. Ma tradire è sempre sbagliato? 

Simone ricorda che l'etimologia della parola è il latino tradere e significa consegnare, consegnare al nemico. Dopo questa breve parentesi “dotta”, invita Max a leggere un brano del saggio Tradimenti di Gabriella Turnaturi

L'autrice prendendo le mosse da alcuni archetipi biblici come Giuda e Pietro fino ad arrivare al presente, cerca di cogliere le mille facce del tradimento. Il tradimento di Giuda è emblema della natura doppia e imprevedibile di ogni rapporto. 

Scrive l'autrice: “È sempre apparso intollerabile anche ai non credenti, non solo perché è il Cristo a essere tradito, ma perché si baratta amicizia, fiducia, lealtà per denaro”. 

Nel gruppo ci si interroga sul perché Giuda si sia impiccato, a differenza di Pietro, prescelto come capo della Chiesa. Simone, parafrasando il brano, sostiene che Giuda attraverso il suicidio paradossalmente mostra la sua fedeltà a Gesù, non vuole dimenticare o ignorare la propria ambivalenza, si spinge fino a assumersi tutto il peso della sua colpa. 

lunedì 4 maggio 2015

Un padre deve sempre aiutare un figlio?

Incontro del 26 febbraio 2015 Milano Casa circondariale San Vittore. 

Storia di un rapporto tra padre e figlio.
Azalen Tomaselli, Leandro Gennari, Iginia Busisi, Giorgio Cesati Simon P. De Domenico con le persone detenute.

Papà Goriot - Film di Robert Vernay (1944)
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Lettera a un figlio che diventerà papà

Il tema della paternità prosegue oggi con un'altra toccante testimonianza, nel gruppo del Libroforum. Dopo la consueta lettura del resoconto che ha dato spunto a alcune correzioni, la parola passa a Giorgio che ricapitola in modo emblematico la storia di un rapporto difficile tra padre e figlio. 

L’occasione è una lettera da lui indirizzata al suo primogenito, seguita da altre lettere in cui si dipana il groviglio di incomprensioni, rancori, accuse ma anche di affetti e di sentimenti taciuti. 

Giorgio coinvolge l’uditorio con una voce in cui vibra la commozione “Ho avuto 4 figli nella speranza di avere una figlia, la mia era una famiglia benestante”, racconta, “io ero un medico ospedaliero e lavoravo molto per mantenere una famiglia così numerosa”. 

La storia si sviluppa con l’accenno alle ambizioni della moglie che voleva diventare giudice o avvocato e si era rifiutata categoricamente di seguire i quattro figli maschi nello studio. “Io la scuola con loro non la faccio!“ Aveva decretato. 

Così gli inciampi scolastici se non cadute rovinose avevano arroventato il clima domestico. “Sono riusciti a farsi bocciare tutti e quattro lo stesso anno!” Esclama ancora costernato Giorgio che prosegue con un ritratto caotico del tanto decantato focolare. 

La famiglia si sfasciava, quando rientravo in casa dovevo rimettere ordine” rammenta, raccontando episodi di vita familiare, come la decisione di mandare uno dei figli a fare il pizzaiolo portando tutta la famiglia a consumare la pizza nella pizzeria dove lavorava. 

Poi la commozione fa scemare la voce quando si sofferma a raccontare del suo primogenito amato più degli altri, perché nato prima. Ne descrive le prime affermazioni presso una fiorente azienda commerciale seguite malauguratamente dal tracollo economico a causa della sua decisione di mettersi in proprio. 

Un figlio ritratto come suo rivale, antagonista e ribelle, sin da piccolo. 

Poi segue il racconto drammatico della frattura di otto anni addietro per una richiesta di aiuto. Il figlio domanda molti soldi a Giorgio, per pagare dei grossi debiti.